Intervista al giovane pluripremiato compositore Darmanin

Il lavoro del compositore non può terminare quando il testo assume la sua stesura definitiva, ma deve sfociare nella realizzazione pratica della musica scritta: da questa convinzione in Accademia è nato il POC-Performance Oriented Composition un corso coordinato da Francesco Antonioni pensato per indirizzare il percorso compositivo degli allievi verso la realizzazione pratica dei loro lavori, attraverso l’effettivo coinvolgimento del compositore nell’atto esecutivo.

PREMI DI COMPOSIZIONE VINTI DA FRANCESCO DARMANIN

Francesco Darmanin, già membro dell’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala di Milano e attualmente clarinettista dell’Orchestra da Camera Fiorentina, da due anni è allievo del POC-Performance Oriented Composition. Sta mettendo velocemente a frutto gli insegnamenti ricevuti e l’esperienza fatta. Ha infatti vinto tra il 2023 e il 2024:

  • Concorso Internazionale di Composizione del Festival Cammini di Francesco con Nacque al mondo un sole per clarinetto, violino, violoncello e percussioni.
  • Concorso Internazionale di Composizione Vladimir Mendelssohn con The sudden lightness per violino, viola, violoncello e pianoforte (Quartetto Klimt prima esecuzione assoluta in occasione della finale del concorso. Il brano è già stato programmato in numerosi festival in Italia, Germania e USA).
  • Concorso Internazionale di Composizione Sinfonica Dante 700 con In alto mar per dritto segno per orchestra (orchestre unite Camerata Strumentale di Prato e Filharmonie).
  • Concorso Internazionale 2 Agosto con Essere un Fiore per Orchestra Sinfonica (eseguito dall’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna in Piazza Maggiore).

Prima di sentirlo raccontare l’esperienza in prima persona, ricordiamo a chi non lo conoscesse che il percorso del POC-Performance Oriented Composition prevede delle lezioni di composizione tenute da Francesco Antonioni, seminari con compositori ospiti, lezioni di direzione d’orchestra e concertazione di musica da camera con Alessandro Cadario, prove di direzione d’orchestra con un ensemble residente, concerto finale.

 

lezioni corso di composizione orientata alla performance

INTERVISTA ESCLUSIVA AL GIOVANE COMPOSITORE PLURIPREMIATO FRANCESCO DARMANIN

Il cuore del POC è la totale integrazione del processo compositivo con la sensibilità esecutiva, messa alla prova con la direzione d’orchestra dell’ensemble residente e con il concerto finale. Quanto è utile questo approccio per capire se, quanto si è scritto, suona o non suona?

Durante uno dei miei primi incontri con Francesco Antonioni, il maestro mi disse che “la penna ha un suo suono“. Se è corretto affermare che gli strumenti del compositore sono la carta, il rigo musicale e l’inchiostro, è altrettanto importante ricordare che il segno non può respirare e vivere finchè non si trasforma in vibrazione, grazie al lavoro dei musicisti. Per questo è di fondamentale importanza per chi scrive musica avere la possibilità di ascoltare ciò che ha fissato sul pentagramma e ricevere un feedback direttamente dagli esecutori: possibilità che il POC offre grazie a un Ensemble di musicisti dell’Accademia di primo livello. In aggiunta, l’occasione di dirigere la propria musica con la guida puntuale del maestro Alessandro Cadario obbliga il compositore a confrontarsi con la praticità esecutiva che il podio chiede alla partitura.

Il POC prevede dei seminari con compositori ospiti. Che tipo di esperienza è stata il confronto con artisti internazionali e differenti approcci? Ti ha contaminato artisticamente?

In due anni di frequentazione del corso abbiamo avuto la possibilità di conoscere compositori da tutto il mondo, con i quali abbiamo potuto interagire, fare domande specifiche, conoscere lati meno noti del loro “far musica”. I linguaggi degli autori, estremamente diversi e lontani tra loro, sono stati elementi di grande ispirazione per me: dal post-minimalismo di Christopher Cerrone al mondo sonoro di Yannis Kyriakides, dalle orchestrazioni di Richard Causton alla creatività vulcanica di Pamela Z, Silvia Borzelli, Fabio Vacchi, Giorgio Battistelli e molti altri. Ognuno di questi incontri ha rappresentato uno strumento, un colore nuovo sulla tavolozza, una grande occasione di riflessione sulle possibilità che il mondo della composizione può prospettare. In virtù di ciò, ho potuto esercitare innumerevoli esperimenti compositivi, alcuni dei quali sono diventati parte integrante del mio modus operandi in ambito compositivo.

Francesca Darmanin direttore

Le lezioni del POC sono individuali, ma vengono vissute in una dimensione collettiva, in quanto tutti gli iscritti assistono alle ore dei compagni di corso in qualità di uditori. Cosa nasce da questa dimensione di ascolto?

Il confronto è senza dubbio un aspetto fondamentale del corso. Tutti i miei compagni hanno una personalità musicale e una gestualità direttoriale ben diversa gli uni dagli altri. Seguire le lezioni altrui è un’occasione per ricevere spunti di riflessione e analisi utili anche per il proprio modo di comporre. Situazioni di interscambio di idee e considerazioni che hanno reso possibile la nascita di collaborazioni musicali e artistiche in generale, ma soprattutto amicizie che considero una ricchezza inestimabile.

Hai avuto come insegnanti Francesco Antonioni e Alessandro Cadario, due nomi di fama internazionale. Qual è la cosa più importante che hai imparato da ciascuno di loro?

Per quanto si tratti di una domanda complessa, non ho dubbi nel dare la risposta. Infatti, senza soffermarmi sui numerosi insegnamenti tecnici che ho potuto ricevere relativi alla materia della composizione e a quella della direzione d’orchestra, personalmente i maestri Antonioni e Cadario – ai quali devo davvero tanto e dai quali continuo ad imparare ogni giorno moltissimo – mi hanno permesso di oltrepassare un muro (molto alto nel mio caso) di paura che mi impediva di esprimermi nel modo a me più congeniale, fornendomi le carte adatte per farlo. La fiducia nelle mie possibilità, in altre parole. La comprensione che l’attrazione, ma soprattutto il timore reverenziale che ho sempre provato nei confronti della creazione artistica, poteva essere indirizzato, con gli strumenti adatti, verso la messa in musica di una personalità sonora che cerco di realizzare e sviluppare in ogni nuovo brano.

Cosa consiglieresti a chi è incuriosito dall’arte della composizione?

La musica contemporanea si compone di un altissimo numero di linguaggi: un oceano in cui può risultare difficile orientarsi. Senza essere assolutamente nella posizione di dare consigli, suggerirei di seguire il proprio gusto, indipendentemente dalle richieste o dalle mode del momento. Credo che presentarsi in totale libertà e autenticità, le stesse che il corso dell’Accademia incentiva, sia la giusta strada da seguire.

Molti degli allievi del POC sono anche strumentisti. Ritieni che la pratica esecutiva possa influire sul processo compositivo?

Da clarinettista (e aspirante pianista, da grande…) ritengo che le esperienze musicali vissute con il proprio strumento contribuiscano alla formazione di un bagaglio musicale di grande utilità. Sin da neo-diplomato al Conservatorio, ho avuto la fortuna di collaborare con orchestre e formazioni cameristiche: occasioni di approfondimento e analisi delle soluzioni compositive degli autori delle musiche che ci apprestavamo ad eseguire. Credo che la dimensione sociale e di confronto sia fondamentale per la crescita di un musicista. Come una volta mi disse il maestro Carlo Boccadoro “il miglior amico di un compositore è la rubrica telefonica“. Per completare la risposta, non posso non ricordare il mio grande maestro di clarinetto, Fabio Battistelli. Fabio è per me un padre musicale e molto di più: con lui sono cresciuto nello studio della pratica clarinettistica e a lui devo la consapevolezza che lo strumento sia uno dei mezzi attraverso il quale esprimere il proprio pensiero musicale. Nella filosofia del maestro, la personalità del musicista, dunque, assume una rilevanza troppe volte messa in secondo piano, schiacciata da prassi esecutive e mode spesso chiuse a visioni diverse e personali. Senza dubbio a lui devo questi insegnamenti che hanno permesso lo sviluppo della mia passione per la musica.

INFO:

Francesco Darmanin pianoforte

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