Come iniziare piano contemporaneo: intervista ad Arciuli

Il Maestro Emanuele Arciuli, pianista tra i più conosciuti e apprezzati interpreti di musica del Novecento e del XXI secolo a livello internazionale, insegna in Accademia da otto anni. Oltre a tenere un proprio Corso di perfezionamento, è uno dei docenti del Corso di specializzazione del terzo livello universitario insieme a Ralph Van Raat, Nicolas Hodges e Maki Namekawa.

Da sempre attivamente impegnato nella diffusione della nuova musica, spesso coinvolge i suoi allievi in progetti speciali. Lo scorso anno si era trattato dell’Integrale di Marga Richter, quest’anno di una collaborazione all’Antologia pianistica di composizioni contemporanee edito dalle Edizioni Curci, un primo volume antologico con diversi livelli di difficoltà. Abbiamo intervistato il Maestro per farci raccontare qualcosa in più…


Un’antologia pianistica di composizioni contemporanee di Emanuele Arciuli in collaborazione con gli studenti dell’Accademia: LEGGI L’INTERVISTA


antologia pianoforte contemporaneo Emanuele Arciuli Accademia di Musica e Curci

Da musicista, approcciarsi alla letteratura pianistica contemporanea per la prima volta può far sentire disorientati, vista la vastità del repertorio, soprattutto quando si cercano degli spartiti per eseguirla…

In effetti è un po’ così, perché a fronte di una produzione musicale sterminata, c’è una limitata conoscenza del repertorio da parte del mondo accademico, oltre a una forte diffidenza per la musica d’oggi. Gli studenti ne pagano un po’ le conseguenze, e talvolta non sanno letteralmente da dove cominciare. Naturalmente la curiosità è il motore principale, e gli insegnanti dovrebbero stimolarla. Anche il reperimento delle musiche non è sempre agevole, anche se molti compositori possono essere contattati direttamente, e questo rende le cose più semplici. Anche per questo ringrazio Laura Moro e il meraviglioso staff delle Edizioni Curci, e sono felice della adesione al progetto di Laura Richaud con la Fondazione Accademia di Musica, che sento cosa mia. Se il mio progetto ha potuto realizzarsi è grazie a loro.

Maestro, ci vuole raccontare chi, come e perché ha coinvolto 24 dei suoi allievi dell’Accademia di Musica?

Ho pensato di coinvolgere un allievo per ciascun pezzo, dando anche a loro la possibilità di orientarsi sull’autore (tra quelli selezionati) per cui sentissero una maggiore affinità. La ragione del coinvolgimento è duplice: con i miei allievi dell’Accademia c’è sempre una forte progettualità, e credo che realizzare assieme un’opera didattica sulla musica contemporanea sia una maniera ideale per dare concretezza ai progetti. Ma soprattutto, essendo la raccolta rivolta essenzialmente agli studenti, desideravo affrontare la revisione di queste musiche assieme ad alcuni giovani pianisti, capire quali fossero per loro gli scogli maggiori, in modo da fornire ai futuri interpreti di queste composizioni qualche strumento in più. Ho chiesto dunque di darmi una mano a Roberta Pandolfi, Emanuele Stracchi, Flavia Salemme, Simone Librale, Lucija Majstorovic, Marcello Calabrò, Sonia Candellone, Francesco Zago, Mattia Cicciarella, Luca Giarritta, Michele Guerrieri, Gaston Polle Ansaldi, Beatrice Mariella Macchia, Daniele Fasani, Valentina Gentile, Maristella Diquattro, Bruna Di Virgilio, Carlo Angione, Christina Katidou, Emanuele Scaramuzza, Melania Bertolo, Alessandra Di Gennaro, Biagio Finamore e Sara Moro.

Il lavoro di revisione è stato, di fatto, un’esperienza condivisa e didatticamente formativa, sia per loro che per me, e mi ha dato, ripeto, il modo di intuire le difficoltà e i problemi che gli studenti dei Conservatori potrebbero trovarsi ad affrontare leggendo questi brani. In definitiva, è un’iniziativa nuova e spero utile, che ci auguriamo riscuota l’attenzione e l’interesse dei giovani studenti e dei loro insegnanti, e che auspico sia solo il primo volume di una serie, perché ci sono tanti altri compositori e compositrici di enorme interesse che mi piacerebbe coinvolgere nel tempo.

arciuli lezione pianoforte contemporaneo

Quali sono stati i problemi e le difficoltà maggiori che questi giovani pianisti hanno riscontrato nell’approccio alla contemporanea?

Soprattutto il pregiudizio per cui la musica contemporanea è considerata una cosa a sé, una sorta di enclave da cui stare alla larga. Anche l’idea che le qualità pianistiche e musicali necessarie ad eseguirla e interpretarla siano diverse e meno “importanti” rispetto a quelle del repertorio tradizionale (il che è chiaramente una stupidaggine), rischia di relegare la musica d’oggi a uno spazio marginale. Il che è paradossale perché è come se ci fosse una censura sul presente.

Perché è importante esplorare la musica contemporanea?

Perché consente ai giovani musicisti di completare il proprio bagaglio, perché annovera alcuni meravigliosi capolavori, perché scongiura il pericolo di considerare la “classica” come una semplice espressione museale.

Le proponiamo un piccolo gioco. Se fosse al primo anno di Conservatorio da che brano comincerebbe? E se stesse per terminarlo?

Dipende dal talento dell’allievo.Trovo che le raccolte di Gubaidulina, Lachenmann, Gilbert, Obermüller, Larcher, siano ottime per cominciare. Ma anche fra i brani italiani della nostra raccolta ci sono ottimi esempi. Tra i compositori da assegnare a uno studente già più avanti, ci sono mille e mille compositori. Gli Studi australi di Ivan Fedele sono un brano importante, ma anche gli Studi di Bolcom, tante meravigliose pagine di Takemitsu, naturalmente i miei amati Rzewski e Crumb. Però, ripeto, la qualità musicale delle pagine comprese nell’antologia è elevatissima, sono tutti brani “da concerto”, non solo opere didattiche. Dalla musica, quando è buona, c’è sempre da imparare.


La parola agli allievi che hanno partecipato al progetto: LEGGI LE TESTIMONIANZE


Desidero ringraziarvi tutti per avermi coinvolto in questo progetto e per la fiducia che mi avete accordato. Vorrei esprimere la mia più sincera gratitudine al Maestro Emanuele Arciuli: nonostante il nostro sia un rapporto di lunga data, ma inevitabilmente “a distanza” da qualche tempo, sapere che ha pensato comunque a me è stato motivo di grande piacere e orgoglio. Vestire i panni del revisore e mettere le mani su Invocations of the Aetherwind di Richard Cameron-Wolfe, una raccolta di miniature contemporanee per pianoforte solo, è stata un’esperienza bella, stimolante e senz’altro formativa. Il mio intervento è stato “rispettosamente” minimo, quasi marginale; ho potuto però studiare con attenzione il “programma” implicito dei brani e osservare come magia ed esoterismo possano tradursi in affascinanti suoni di pianoforte. Colpisce come ciò passi talvolta attraverso la fisicità stessa dello strumento, i suoi materiali e le sue risonanze naturali. Questo testimonia certa resiliente libertà degli artisti di oggi, così distante dall’atteggiamento dei giganti della tradizione: nulla è scontato o perfettamente replicabile, come invece può accadere in universi più stabili come quelli di Chopin, Brahms o Rachmaninov.” Biagio Finamore

Partecipare al progetto di Emanuele Arciuli per l’antologia edita da Edizioni Curci è stata un’esperienza estremamente stimolante. Scrivere la nota introduttiva per Scat-Beguine di Antonioni e poter lavorare a stretto contatto con il compositore mi ha permesso di entrare nel cuore della scrittura pianistica contemporanea, non solo a livello tecnico, ma soprattutto comunicativo: tradurre in parole un linguaggio così ricco di contrasti, ritmi e mondi sonori è stato affascinante. Contribuire alla comprensione del brano, dialogando direttamente con l’autore, mi ha fatto sentire parte attiva di un processo creativo condiviso. Sono un compositore ed un esecutore, per cui questo mi è sembrato un percorso tale da aprire all’ascolto, allenare la curiosità e soprattutto spingere a cercare sempre le parole più autentiche. Sono grato di averne fatto parte.” Emanuele Stracchi

“Sono molto felice di avere dato il mio contributo a questo progetto editoriale a cura di Emanuele Arciuli, fine pianista, didatta e divulgatore nonché tra i miei Maestri del corso di Specializzazione post laurea all’Accademia di Musica. Su suo invito e indicazione mi sono piacevolmente occupata del brano “Apocrifo” di Claudio Ambrosini. È bello che l’Accademia coinvolga i suoi ex studenti in progetti importanti, come lo fu per me già nel 2023 con l’integrale degli Études di György Ligeti. Sono davvero molto grata al Maestro Arciuli per la fiducia che mi accorda ancora. Con una punta di vanità che spero mi perdonerete, voglio pensare che questa fiducia sia un segno del bel ricordo di me che ho lasciato a Pinerolo, in tanti anni di permanenza nella vita di questa istituzione, a cui sono sempre grata.” Roberta Pandolfi

Ho partecipato con piacere alla richiesta del M° Arciuli. Nel mio caso specifico, data la particolare natura del brano che mi è stato assegnato, mi sono domandato quali fossero le metodologie di studio più efficaci per poter realizzare al meglio le richieste del compositore, e come restituirle nella maniera più semplice e funzionale possibile. Spero quindi che la mia nota introduttiva possa essere di sostegno per chi, magari per la prima volta, si accinge a studiare un brano “indeterminato”. In ultimo, penso che una pubblicazione come questa possa costituire un ottimo punto di partenza per poter conoscere e affrontare il repertorio contemporaneo, qui presentato sotto moltissime sue sfaccettature di linguaggio.” Gaston Polle Ansaldi


Condividi articolo
Corsi e Masterclass
I nostri concerti
Seguici su