Intervista esclusiva al pianista Vincenzo Balzani

Vincenzo Balzani è uno dei più autorevoli pianisti italiani. Concertista esibitosi nei più prestigiosi teatri italiani e del mondo sia come solista, sia in orchestra e in formazioni cameristiche, è direttore artistico di molti concorsi internazionali, e uno fra i didatti più ricercati dai giovani pianisti. La grande energia con cui si dedica ai suoi allievi, con costanza e passione, e i notevoli risultati ottenuti sono fra i motivi per cui gli abbiamo chiesto di tenere una masterclass di pianoforte  aperta a pianisti – anche non diplomati – che si siano già esibiti in concerti e/o concorsi. Ecco cosa ci ha raccontato.

 

L’IMPORTANZA DI UN METODO SCIENTIFICO NELLO STUDIO DEL PIANOFORTE

Nel volume commemorativo del duecentenario della fondazione del Conservatorio G. Verdi di Milano (1807-2007) presso cui è stato docente per più di 45 anni, tra i diplomi illustri sono citati più di 20 suoi studenti: qual è il segreto di tale successo?

Il segreto di un ottimo pianista sta nell’iniziare i propri studi con un Maestro che conosca profondamente lo strumento e il metodo per lavorare con un’organizzazione scientifica. Carl Czerny già nel 1839 illustra l’arte di interpretare con lucidità straordinaria nella terza parte del suo grande Metodo completo teorico-pratico per pianoforte op. 500. Sia Alberto Mozzati, mio Maestro e mentore, che Vincenzo Vitale e soprattutto Maria Golia e Maria Tipo mi hanno convinto a dedicarmi ai talenti pianistici dalla più tenera età, dai 9 agli 11 anni. Così facendo li si può allenare a leggere con cura e a usare tocco, dinamiche e agogica per conoscere al meglio il corretto fraseggio e per imparare ad ascoltare ciò che producono (la qualità del tocco e con esso la naturalezza del gesto, cui la qualità del tocco è direttamente correlata). La stragrande maggioranza dei ragazzi di talento ha bisogno di organizzare la propria interpretazione senza trascurare le varie fasi richieste dalla preparazione di base del brano che sta preparando, soprattutto se il brano è complesso o addirittura monumentale. Ecco perché, per quel che mi riguarda, così come Mozzati fece con me, io ho fatto con i miei allievi e, come Mozzati, ho ottenuto egregi risultati. La cosa che mi fa più piacere è che ognuno di loro, a parità di organizzazione del lavoro, sia riuscito a esprimere appieno se stesso e la propria personalità, senza mai sentirsi prevaricato dal sottoscritto.

IL MONDO CINESE DELLA MUSICA CLASSICA

Negli ultimi anni, prima della pandemia, è stato regolarmente invitato a tenere concerti, seminari e masterclass nelle più importanti sale della Cina Popolare, a Hong Kong come testimonial del Grand Piano Yangtze River e ha collaborato con la Parsons Limited di Hong Kong a un importante progetto didattico-musicale per l’infanzia. Cosa l’ha colpita di più del mondo della musica classica in Cina?

La mia esperienza cinese è degli ultimi 10 anni. Ciò che mi meraviglia dell’educazione musicale in Cina è soprattutto la preparazione musicale di base, che da un lato riesce a utilizzare computer collegati a pianoforti e dall’altro semplici filastrocche della tradizione popolare cinese. Strumenti elettronici e brani popolari aiutano a spiegare i concetti musicali di base, per insegnare a leggere, a cantare e via via a suonare secondo un percorso graduale che va dalla materna alla primaria, con classi di circa 60 bambini! Il mondo musicale cinese è ovviamente in grande espansione (università musicali, sale da concerto, fabbriche di strumenti, negozi di cd e di spartiti etc. spuntano come funghi). Ovviamente questo perché ci sono milioni e milioni di piccolissimi neo studenti di strumento. Ecco perché la Yangtze River Pianos factory produce centinaia di migliaia di pianoforti all’anno (in vendita solo nel mercato della Cina Popolare), la Parsons Limited  – che è la ditta che produce possiede e diffonde lo Yangtze River – ha al suo attivo migliaia di show room e negozi. Nei negozi ci sono sale e salette dove ci si può esibire, ma anche dove è possibile studiare il piano col metodo che la stessa Parsons ha ideato: una vera e propria filiera a 360°.

Vincenzo Balzani

I CONCORSI DI PIANOFORTE E COME SI STANNO TRASFORMANDO

Parliamo di concorsi. Lei è direttore artistico dei concorsi internazionali Valsesia Musica e Città di Cantù e dei concorsi riservati ai giovani talenti Pianotalents di Milano, Tadini International Music Competition a Lovere e Monterosa- Kawai di Varallo. Dal 2010 è consulente artistico del prestigioso Concorso Ettore Pozzoli di Seregno. Ha collaborato alla nascita di un Concorso Pozzoli dedicato ai giovanissimi pianisti (dai 6 ai 17 anni). Cosa consiglia ai ragazzi che affrontano questo tipo di esperienza?

I concorsi servono soprattutto per confrontarsi con gli altri e per farsi conoscere dai Maestri che delle giurie di questi concorsi fanno parte. Ovviamente bisogna farne un bel po’, perché al giorno d’oggi non ci sono molte altre occasioni di farsi conoscere. Soprattutto quando si è molto giovani. Ovviamente il Covid sta scombussolando il mondo dei concorsi tradizionali perché i viaggi da un continente all’altro, ma anche da un paese all’altro nello stesso continente, sono ormai proibiti da quasi sette mesi e la stragrande maggioranza dei concorsi si è convertita all’online, con tutti i pro e i contro di questa nuova formula. Certo, ora gli iscritti non contribuiranno all’inquinamento del pianeta, però chi ha pochi mezzi economici non può fare la propria registrazione usando un bel pianoforte e una sala d’incisione con bei macchinari!

MASTERCLASS DI PIANOFORTE ONLINE: COSA CAMBIA

Per l’Accademia di Musica di Pinerolo ha in programma il 4 – 5 marzo 2022 una masterclass di pianoforte che si terrà IN PRESENZA. Molte sono però di questi tempi le masterclass online. Perché partecipare può fare la differenza? Qual è il loro valore aggiunto a livello didattico?

A questa domanda non dovrei dare io personalmente una risposta. Posso però dirle che da quando Covid mi ha costretto a fare talvolta delle masterclass online, ho elaborato un sistema di lavoro un po’ più complicato, ma più efficace. Chi deve sottopormi uno o più brani per avere i miei consigli deve mandarmi 1 o 2 giorni prima della master la registrazione del suddetto brano, cosicché io possa segnare battuta per battuta, frase per frase, tutto ciò che mi serve per poter lavorare all’atto della master con maggior conoscenza dell’interprete, guadagnando in tempo e in efficacia. Per me è un lavoro quasi doppio ma i pianisti che hanno lavorato così con me hanno toccato con mano la validità del mio metodo: in fondo è una via di mezzo tra la lezione in presenza e il lavoro in uno studio di registrazione!

 

 

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