Enrico Stellini per Professione musicista: intervista esclusiva

Vincitore di numerosi concorsi, Enrico Stellini ha suonato per importanti società di concerti, ottenendo grande successo di pubblico e critica per l’autenticità espressiva e la raffinatezza timbrica delle sue esecuzioni, che privilegiano il repertorio romantico. Animato da una fervente passione didattica – eredità preziosa della grande scuola pianistica di Maria Tipo da cui proviene – svolge un’intensa attività d’insegnamento, premiata dal successo di molti allievi nei concorsi pianistici di tutta Italia.  Titolare della cattedra di pianoforte al Conservatorio Paganini di Genova, è docente presso la Scuola di musica di Fiesole.

Enrico Stellini tiene presso l’Accademia di Musica un corso di perfezionamento di pianoforte. Lo abbiamo intervistato nell’ambito di Professione Musicista per chiedergli suggerimenti e consigli utili ai nostri studenti, destinati a diventare la futura generazione di professionisti.

PROFESSIONE MUSICISTA: UN’INTERVISTA ESCLUSIVA A ENRICO STELLINI
LE ESPERIENZE CHIAVE

Quali sono le esperienze più significative che hanno caratterizzato il suo percorso formativo, in quale periodo della sua vita e perchè?

L’esperienza più significativa della mia vita, sembra strano ancora a dirlo a 57 anni, rimane tuttora l’incontro con la pianista Maria Tipo. Avevo 12 anni quando i miei genitori mi portarono da lei per farmi sentire e ricordo ancora con estrema chiarezza l’incontro, cosa suonai, il suo interesse per il mio talento e la sua delicatezza nel prendermi e osservare la mia mano. Era Marzo del 1976 e da Settembre diventai suo allievo presso il Conservatorio “L. Cherubini” di Firenze. Ho studiato con lei per 20 lunghi anni. A Maria Tipo devo tutto ciò che ho fatto nella musica, nel bene e nel male, dai concorsi ai concerti, alla mia professione didattica che oggi è al centro della mia vita. Provo ancora sincero orgoglio per essere stato suo allievo, allievo dell’unica grande pianista italiana che abbiamo avuto.

I MOMENTI DETERMINANTI

Ci racconta uno o due momenti determinanti della sua carriera? Cosa hanno rappresentato?

Il primo vero momento determinante fu quando entrai, sempre sotto la guida di Maria Tipo, a studiare al Conservatorio Superiore a Ginevra, dove studiai per tre anni conseguendo il Premier Prix de Virtuosité. Dopo il diploma conseguito presso il Conservatorio “L.Cherubini”, ebbi un momento di crisi fino a quasi pensare di poter smettere, se non che una telefonata di Maria Tipo, mi permise di rimettermi a studiare con lena per il suo corso di perfezionamento a Ravenna. Purtroppo il corso non andò così bene e dopo una lezione entusiasmante ne seguirono due bruttine, tali da indurre Maria Tipo a non presentarmi all’ammissione a Ginevra; ma dopo un evento familiare non piacevole decisi di provare lo stesso. Era comunque un’esperienza importante e un modo per togliersi di casa. Suonai molto bene e quando aspettavamo i risultati non sapevamo che chiamavano alla rovescia e io fui… ultimo. Quindi vinsi la selezione e ricominciai con tanto entusiasmo il mio nuovo percorso. Un altro momento importante della mia vita è il giorno in cui ho ricevuto il ruolo in Conservatorio. Ho penato per molti anni, passando da così tante storture della legge e dell’ordinamento che sembrava impossibile potesse arrivare.

Corso triennale di perfezionamento in pianoforte tenuto da Enrico Stellini

GLI ERRORI

Gli errori spesso sono dei grandi insegnamenti: se potesse tornare indietro cosa farebbe diversamente?

Programmerei diversamente i concorsi che ho fatto dopo aver vinto il concorso di Osimo. Avevo un bel programma che suonavo veramente bene e non l’ho sfruttato per niente e non sono stato pronto ad organizzarmi, nel cercare di farne più possibile, partendo da quelli meno importanti.

PER NON PERDERE L’ORIENTAMENTO

Le decisioni importanti da prendere, lungo il cammino, sono sempre molte e talvolta si legano a filo doppio con le occasioni che si presentano. Cosa l’ha aiutata a non perdere l’orientamento?

L’amore per la musica… una costante che ho dall’eta’ di 7 anni, quando ho incominciato a cantare nel coro di voci bianche della mia città e dall’età di quasi 10 anni quando ho iniziato a suonare il pianoforte. Non ho mai pensato che nella mia vita avrei fatto qualcosa di diverso del musicista.

UN ULTIMO CONSIGLIO

Cosa consiglia ai ragazzi che si stanno perfezionando, oltre allo studio con grande passione e costanza?

Consiglio di avere una mentalità a 360 gradi. Oggi più che mai, è necessario rendersi conto, che la qualità esecutiva è molto alta e alla luce anche del momento che stiamo vivendo, minori le occasioni per suonare. Quindi la cultura è importantissima per poter capire quali strade poter affiancare a quella esecutiva, fino poi a diventare in alcuni casi dominanti. Ho diplomato anni fa due ragazze con la votazione di dieci/dieci e entrambe hanno saputo indirizzare la loro passione su altri percorsi. Oggi una di loro due è direttore artistico della Richmond Orchestra e l’altra è fellowship a Cambridge e grande esperta verdiana.

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