Johannes Brahms (1833-1897)
Quartetto in sib maggiore op. 67
Vivace
Andante
Agitato (Allegretto non troppo)
Poco Allegretto
Antonin Dvořak (1841-1904)
Quintetto in la maggiore per pianoforte e archi op. 81
Allegro ma non tanto
Dumka. Andante con moto
Scherzo-Furian. Molto vivace
Allegro
La Stagione concertistica inaugura con Gabriele Carcano e il Quartetto Lyskam, interpreti internazionalmente affermati che hanno condiviso anni di studi creando un legame musicale profondo: avvenne qualcosa di simile tra Johannes Brahms e Antonin Dvořak. Era il 1875 – che curiosamente è l’anno di composizione del Quartetto in si bemolle maggiore op. 67 – quando il compositore tedesco assegnò una borsa di studio a Dvořak e lo segnalò al suo editore avviandolo così a un brillante avvenire; da questi fatti nacque una duratura amicizia basata su una reciproca stima.
Come Brahms, anche Dvořak operò nel solco della tradizione tedesca inserendo però l’elemento della musica popolare ceca quale carattere distintivo delle sue opere; la Dumka e il Furiant del Quintetto in la maggiore op. 81 sono infatti ispirati a danze popolari slave, un elemento etnico che sarà presente diffusamente nell’opera di Dvořak e che lo caratterizzerà com uno dei principali esponenti delle scuole nazionali europee. Il Quartetto op. 67 di Brahms, analogamente al quintetto di Dvořak, ha un carattere solare, evidente sin dall’esordio che sembra riecheggiare il timbro dei corni, cui fanno seguito due movimenti in pieno stile romantico e le variazioni su uno di quei temi dal sapore di canzone popolare che spesso ritroviamo nella musica cameristica brahmsiana.