Francesco Manara
Biografia

Diplomato al Conservatorio “G.Verdi’ di Torino sotto la guida di M. Marin con il massimo dei voti, lode e menzione d’onore. Grazie ad una borsa di studio conferitagli dalla “De Sono Associazione per la Musica” si è perfezionato con G. Prencipe, F. Gulli, R.Ricci, S.Gheorghiu e H. Krebbers per il violino e con F. Gulli / E.Cavallo P. Amoyal / A. Weissenberg e il Trio di Trieste per la musica da camera.

Nel 1992 è stato scelto da Riccardo Muti come Primo Violino Solista dell’Orchestra del Teatro alla Scala e dell’Orchestra Filarmonica della Scala. Come spalla ha suonato con i più grandi direttori del momento. Nello stesso ruolo ha collaborato con L’Accademia di Santa Cecilia,L’Orchestra Mozart, la Bayerische Staatsoper Orchestre di Monaco, la Royal Concertgebauw Orchestra di Amsterdam,i Muenchner Philharmoniker.

Le affermazioni in prestigiosi Concorsi Internazionali come il “Michelangelo Abbado” di Sondrio J.Joachim”di Hannover,”A.Stradivari”di Cremona, “L. Spohr”di Freiburg, “Dong-A”di Seoul,”ARD” di Monaco,”Tchaikovsky”di Mosca,”Premio Paganini”di Genova,CIEM di Ginevra lo hanno condotto presto verso una brillante carriera che lo ha visto esibirsi come solista con un centinaio di orchestre tra cui l’Orchestra della Suisse Romande, i Bayrische Runfunkdi di Monaco, la Radio di Stoccarda, la Radio di Hannover, i Wiener Kammerorchester, la Tokyo Symphony, la Royal Philarmonic Orchestra, la Sinfonica Nazionale della RAI e, in più occasioni, la Filarmonica della Scala diretta da Riccardo Muti. Fondatore del Trio Johannes e Primo Violino del Quartetto della Scala, con cui si è esibito in tutto il mondo suonando anche in prestigiose sale come la Carnegie Hall di New York, il Mozarteum di Salisburgo. Docente di violino presso l’Accademia della Scala, ha tenuto Masterclass in tutto il mondo. Francesco Manara è giurato di prestigiosi concorsi internazionali come il “Premio Paganini di Genova e il Concorso Joachim di Hannover.

La famosa rivista The Strad, che lo ha più volte recensito, lo ha definito “un artista di notevole sincerità e profondità, pronto ad affrontare i più importanti palcoscenici del mondo”.

Suona un Nicola Amati del 1665.

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