ore 16.30 | Inseguire le note a cura di Claudio Voghera
ore 17.00 | concerto
Ludwig van Beethoven
Quartetto op.18 n.4
Allegro, ma non tanto
Andante scherzoso, quasi Allegretto
Minuetto. Allegretto
Allegro
Quartetto op.95
Allegro con brio
Allegretto ma non troppo
Allegro assai vivace, ma serioso
Larghetto espressivo
Allegretto agitato
Quartetto op.131
Adagio ma non troppo e molto espressivo
Allegro molto vivace
Allegro moderato
Andante ma non troppo e molto cantabile
Presto
Adagio quasi un poco andante. Allegro
La pratica della musica da camera è uno dei fondamenti della qualità di un’orchestra, un momento di crescita artistica: il Quartetto d’Archi della Scala, formato dalle prime parti dell’orchestra scaligera, è nato con questo obiettivo ed è diventato una delle principali formazioni cameristiche a livello internazionale. Il programma che presentano è significativo delle tre fasi compositive di Ludwig van Beethoven. Il Quartetto op. 18 n. 4 fa parte del primo periodo ed è l’unico del corpus dell’Opera 18 scritto in una tonalità minore, quel do minore che Beethoven sceglieva quasi come segnale di svolta nella sua parabola compositiva. Tra i quartetti per archi, in chiusura del secondo periodo, il Quartetto op. 95, detto Il serioso, è una composizione sperimentale dove l’autore sembra cercare nuove vie da percorrere ed è significativa di un momento di crisi creativa che lo porterà ad abbandonare questo genere per quasi dieci anni. Arriviamo infine al 1826, nel pieno dell’ultimo periodo, quando vedranno la luce gli ultimi cinque quartetti per archi tra cui l’Opera 131 che Beethoven stesso giudicava la più grande: un’opera miracolosa in quanto, pur in una incredibile varietà di trame e di forme (suite, fuga, recitativo variazione, aria) l’autore riesce a dare alla composizione un’unità totale. (Claudio Voghera)