ore 20.00 | Inseguire le note a cura di Claudio Voghera
ore 20.30 | concerto
Franz Liszt
Sonata in si minore S. 178
Lento assai
Allegro energico
Agitato
Grandioso, dolce con grazia
Cantando espressivo
Andante sostenuto
Intervallo
Frédéric Chopin
Notturno op. 27 n. 2
Notturno op. 55 n. 1
Notturno op. 9 n. 3
Sonata n. 2 in si bemolle minore op. 35
Grave. Doppio movimento
Scherzo
Marcia funebre: Lento
Finale: Presto
Due sguardi diversi sulla forma della sonata romantica. Anna Kravtchenko, pianista già Premio Busoni, ci propone due soluzioni distanti: quella ciclica lisztiana e quella in quattro tempi di Chopin, “i suoi quattro figli più folli” come li definì Schumann. Entrambi sono brani fondamentali del repertorio pianistico; la Sonata di Liszt è un monumento musicale scritto in un unico movimento dove le varie sezioni di cui è composta si collegano senza soluzione di continuità. Di enorme impegno per difficoltà tecnica e intensità drammatica, è entrata nel repertorio concertistico anche per la resa del suo spettacolare virtuosismo che non ne offusca però il grande valore artistico. La vista del panorama che si gode nella Sonata è quanto mai varia e, come di consueto nella musica di Liszt, oscilla tra terra e cielo, tra inferno e paradiso. Follia, si diceva, nella genesi della Sonata op. 35 di Chopin, un’opera di grande originalità che nasce intorno alla Marcia Funebre, brano emblematico dall’incedere tragico e ossessivo. I tempi estremi vennero composti durante il soggiorno di Chopin e George Sand nella Certosa di Valldemossa, a Maiorca. Luogo poco salubre per la salute fisica e psichica del compositore polacco che influenzò fortemente le opere che videro la luce in quel sinistro monastero.