| 19.30 | Incontro con gli artisti condotto da Claudio Voghera
| 20.30 | Concerto
Francesco Mancini
“Là dove il bel Sebeto”
Domenico Scarlatti
Sonata K 322 in la maggiore
Allegro (Arrangiamento per liuto di Juan Josè Francione)
Alessandro Scarlatti
“Là nel bel sen della regal sirena”
Francesco Paolo Supriani
Toccata decima per violoncello solo
Alessandro Scarlatti
“Là dove a Mergellina”
Domenico Scarlatti
Sonata K 208 in la maggiore per clavicembalo
Adagio e cantabile
Fabio Vacchi (Bologna 1949)
Partenope l’eterna per soprano e clavicembalo
Brano composto su commissione della Fondazione Pietà de’ Turchini di Napoli su testo originale di Giuseppe Montesano
Il progetto sul quale nasce la Fondazione Pietà de’ Turchini è quello di valorizzare il patrimonio musicale e teatrale meridionale dei secoli XVI-XVIII, progetto che le è valso numerosi riconoscimenti, primo fra tutti l’ambitissimo Premio Abbiati. Tra Sei e Settecento il repertorio cantatistico assume un ruolo preminente in un circuito privato, affollato di dilettanti virtuosi e artisti mercenari chiamati ad allietare conversazioni e trattenimenti di un pubblico assai esigente.
Alessandro Scarlatti nella cantata Là nel bel sen della regal sirena costruisce un’architettura assai ardita creando un arco drammatico scorrevole e unitario. Il compositore palermitano, nel brano Là dove a Mergellina, adotta il tema napoletano: le figure di pastori e sirene che affollano le acque marine e fluviali della città musicale si rincorrono in un abuso di immagini e occorrenze poetiche retoriche. Le sonate di Domenico Scarlatti destinate allo svago di Maria Barbara di Braganza, qui anche nella versione per liuto, sono un bell’esempio di esercizio ozioso consumato tra le pareti dei propri appartamenti privati. Con un salto temporale, fulmineo, di quasi tre secoli Partenope l’eterna viene poi riletta da una composizione di Fabio Vacchi, un brano appositamente commissionato dalla Pietà de’ Turchini.