ore 20.00 | Inseguire le note a cura di Claudio Voghera
ore 20.30 | concerto
Luigi Boccherini
Quartetto op. 44 n. 4 La Tirana Spagnola
Presto
Tempo di Minuetto-Trio
Maurice Ravel
Quartetto in fa
Allegro moderato
Assez vif, très rythmé
Très lent
Vif et agité
Johannes Brahms
Quartetto per archi n. 1 in do minore, op. 51 n. 1
Allegro
Romanza. Poco Adagio
Allegro molto moderato e comodo. Trio: Un poco più animato
Allegro
Quasi una breve storia del quartetto d’archi, quella che ci propone il Quartetto Indaco, Medaglia d’oro all’Osaka International Competition 2023. Di non frequente ascolto è il Quartetto op. 44 di Luigi Boccherini, un musicista ammirato da Haydn che ottenne molti successi presso varie corti europee e in particolar modo in Spagna, dove operò alla corte di Carlo III. Questo quartetto fu però scritto per Federico Guglielmo II di Prussia che fu generoso sostenitore di Boccherini e prende il nome da una danza spagnola che anche Francisco Goya citò nei titoli di alcuni suoi quadri. Se il quartetto del compositore lucchese sta al classicismo, il Quartetto op. 51 n.1 di Johannes Brahms sta al tardo romanticismo, ed è la prima opera di questo genere che Brahms ebbe il coraggio di comporre: come accadde con la composizione delle sinfonie, egli arrivò al quartetto per archi nella piena maturità anche a causa dell’inevitabile confronto con i capolavori beethoveniani. Maurice Ravel invece scelse questa forma senza timori per inviare un segnale al mondo musicale accademico francese, il quale continuava a stroncare le sue qualità e nel contempo ne invidiava il crescente successo. Fu uno dei primi grandi capolavori di Ravel e, insieme a quello di Debussy, rappresenta il massimo risultato della musica francese in questa forma cameristica. (Claudio Voghera)